Molto spesso si sente parlare di omicidio colposo, doloso, preterintenzionale e – recentemente – anche di omicidio stradale. Ma cosa dice la legge e quali sono le differenze tra questi istituti giuridici? Una breve guida per scoprirlo e per comprendere quando e come possiamo agire per ottenere un risarcimento danni se siamo rimasti vittime di uno di questi reati.
Il nostro codice penale prevede tre principali tipologie di omicidio: doloso, preterintenzionale e colposo.
Per capire meglio come funziona l’omicidio colposo dobbiamo chiarire un concetto fondamentale che è quello delle regole cautelari.
Queste regole, così definite in ambito giuridico, altro non sono che delle norme comportamentali che possono essere tanto scritte nel dettaglio quanto essere generiche e che regolamentano – appunto – le situazioni in cui è necessario esercitare cautela.
Vediamo alcuni esempi in cui non rispettando le regole cautelari si rischia un processo per omicidio colposo:
Quindi, come abbiamo visto dagli esempi, nonostante non vi sia nessuna intenzione di uccidere, un comportamento scorretto comporta una colpa.
Una colpa che sussiste nel caso in cui chi commette il reato agisca con volontà ma senza una realistica coscienza di cosa tale comportamento possa cagionare. Il soggetto agisce dunque con negligenza, imperizia, imprudenza, oppure omettendo di applicare le doverose regole comportamentali prescritte in una determinata situazione.
Abbiamo visto quindi cosa si intende per omicidio colposo e omicidio doloso, ma quali sono le principali differenze tra questo tipo di omicidi? In realtà basterebbe solo riflettere sulla definizione per capire in cosa si differenzino l’uno dall’altro. L’omicidio doloso, come abbiamo visto, implica un intento, quindi l’omicida agisce con coscienza e volontà di uccidere.
Nel caso dell’omicidio colposo, invece, se il colpevole si fosse attenuto alle normative scritte o dettate dal buonsenso, la morte della vittima non sarebbe avvenuta. Per poter accertare questo tipo omicidio e comminare la pena relativa, si deve quindi procedere con un giudizio di probabilità logica. Per comprendere questo pensiero proviamo a pensare al caso di un genitore che non allaccia le cinture del seggiolino in auto al bambino, o che lo tiene in braccio invece che assicurarlo sul seggiolino. La domanda che ci si deve porre è: sarebbe morto il bambino se fosse stato seduto nel suo seggiolino, se fosse stato ben allacciato e assicurato secondo le normative? Bisogna poi pensare se, valutando tutta la dinamica dell’incidente, la morte del bimbo sia stata davvero causata da quella negligenza, quindi se la causa del decesso sia imputabile a un comportamento doloso. A questo punto si formula un giudizio ipotetico, dunque su quello che sarebbe potuto accadere se chi ha commesso la negligenza avesse invece agito con cautela e con tutte le precauzioni del caso. Nell’esempio del bambino, se fosse stato ben allacciato nel suo seggiolino sarebbe accaduto ugualmente il tragico evento? O forse si sarebbe salvato nello scontro? Ovviamente, se la risposta è no, si può parlare di colpa, dunque di omicidio colposo.
Questo particolare tipo di omicidio va distinto dagli altri, pur trattandosi di un omicidio colposo- ed è stato introdotto dalla Legge n. 41 del 23 marzo 2016 e descritto nell’art. 589 bis del Codice Penale.
Secondo quanto descritto quindi:
il conducente del veicolo a motore che cagiona, per condotta imprudente, la morte di una o più persone viene punito con la reclusione che varia in base alla gravità della colpa.
Le pene sono:
La pena, però, in certi casi aumenta quando il conducente viene trovato sprovvisto di assicurazione o senza patente di guida, per non averla conseguita o per revoca. In caso di omicidio plurimo la pena aumenta fino al triplo, ma con un massimo di 18 anni di reclusione. Se invece il conducente si da alla fuga invece che prestare o chiamare soccorso, la pena aumenta di un minimo di un terzo fino ad un massimo di due terzi; in ogni caso non può essere inferiore a un minimo di 5 anni.
La prescrizione di un reato si ravvisa quando questo si estingue dopo che sia trascorso un certo lasso di tempo. Per “prescrizione del reato” si intende sostanzialmente la rinuncia da parte dello Stato a perseguire e punire un reato ed il relativo presunto colpevole; ciò è prescritto dalla legge per varie ragioni logico-giuridiche che non approfondisco in questo articolo.
In generale, la prescrizione di un reato avviene dopo 5 anni dal momento in cui viene commesso l’illecito, ma dipende altresì da quale sia la pena astrattamente comminabile per tale specifica tipologia di reato.
Chiaramente quando accade un fatto così grave come l’omicidio colposo o un omicidio stradale, bisogna cercare di andare oltre al dolore dei familiari, c’è infatti da prendere in considerazione la possibilità di chiedere un risarcimento. Infatti, il colpevole è chiamato a risarcire i familiari della vittima. Questo è possibile sia che si tratti di omicidio colposo inerente un caso di malasanità, sia per incidente stradale o incidente sul lavoro o nel caso di un omicidio stradale.
I danni che possono essere risarciti si ascrivono quindi alla sfera del danno patrimoniale e del danno non patrimoniale (per un approfondimento, leggi qui).
Chi può fare richiesta di tali risarcimenti? Il risarcimento danni in ambito civile può essere richiesto da chi ha un vincolo familiare o affettivo con la vittima, secondo le logiche e le regole spiegate nell’articolo appena linkato.
Ovviamente in tutte queste circostanze occorre rifarsi all’ausilio del miglior avvocato che possa guidare nel modo più delicato possibile i parenti della vittima nella richiesta del risarcimento dei danni, cercando di agevolarli almeno per quanto riguarda tale procedimento. In un momento di dolore, queste, possono risultare ulteriori incombenze, ma che vanno comunque espletate. Purtroppo non sempre le dinamiche degli incidenti o dei casi di malasanità, sono chiare e limpide e consentono di essere ricostruite inequivocabilmente. Bisogna quindi che le persone coinvolte nel fatto si tutelino nella maniera più concreta possibile.
Se ti trovi in una di queste sfortunate situazione o pensi che una persona a te vicina possa aver diritto ad un risarcimento, non esitare a contattarci.
Studio Boero si occupa di assistere e rappresentare chi richiede Consulenza Legale specifica, previa valutazione personalizzata di ogni caso.