Come dare inizio ad una causa per Malasanità
Fortunatamente oggi denunciare un caso di malasanità non è così difficile come fino a pochi anni fa. Ma per farlo servono molte avvertenze e sapere con esattezza quali sono i passi falsi da evitare per non danneggiare irreparabilmente una possibile causa di risarcimento.
Perché molti rinunciano a chiedere il risarcimento
Da tempo la figura del medico gode di una certa aura di inarrivabilità e intangibilità. Il medico, ma anche la struttura ospedaliera tutta, è visto come un qualcosa che non si può scalfire.
“Chi sono io, comune cittadino, magari anche poco abbiente, in confronto a un medico, magari anche blasonato, che può avere a disposizione un team di avvocati?”
Questa, in poche parole, la motivazione principale per cui in tanti rinunciano a fare richiesta di risarcimento danni, anche quando hanno, con tutta probabilità, le ragioni per farlo.
Quando si può effettuare una denuncia di malasanità?
A differenza di alcuni anni fa, oggi la maggior parte degli studi legali offre una consulenza preliminare multidisciplinare per valutare il caso di malasanità.
Questo significa che chi ritiene di essere vittima di un un errore medico o di un caso di malasanità, può esporre i suoi dubbi a un avvocato che, assieme a un medico legale, valuterà se vi sono gli estremi per avviare una richiesta di risarcimento danni. In genere il legale si fa pagare una percentuale sul risarcimento ottenuto.
Con questa formula chiunque si può permettere una consulenza legale e di avviare una causa per risarcimento danni, ed ecco perché oggi le richieste sono in aumento, come purtroppo anche i danni verificati.
Ma quali sono i casi che possono essere ascritti a fatti di malasanità? In estrema sintesi i casi possono essere ricondotti a:
- Carenze strutturali.
- Errata diagnosi.
- Omessa diagnosi.
- Negligenze in operazioni chirurgiche e cure.
Facciamo qualche esempio.
Le carenze strutturali di un ospedale: poniamo il caso di un paziente che sia costretto ad attendere ore in una barella al pronto soccorso e al quale non viene assegnato il codice corretto, per cui nel frattempo la sua situazione si aggrava fino a esiti anche letali. Riconoscendo l’urgenza e visitando il paziente le complicanze si sarebbero potute evitare. Oppure: le infezioni che si possono contrarre nei reparti, se durante un intervento viene a mancare la corrente elettrica e non funzionano i generatori. Insomma, i casi di malasanità dovuti a carenze strutturali sono diversi.
Diagnosi errata: errore gravissimo, alle volte fatale, dove un medico diagnostica una patologia quando il paziente è affetto da un’altra. Questo comporta la prescrizione di una terapia che non risolverà il problema del paziente e che, anzi, potrebbe causargli ulteriori complicanze.
Omessa diagnosi: una diagnosi che invece non viene fatta, come per esempio accade se un medico effettua un’ecografia o una visita a una gestante e non si accorge di eventuali difetti o problemi del feto. Alcuni esempi dalla cronaca: donne a cui non era stata diagnosticata una grave patologia del feto, impedendo così loro di scegliere l’aborto terapeutico, e di fatto costringendole a partorire un bambino con gravissimi problemi.
Insomma, le casistiche sono le più diverse e un buon avvocato con un suo team e con dei medici legali potrà stabilire la percentuale di successo di una richiesta di risarcimento danni. Il lavoro dell’avvocato sta quindi (anche) nel verificare se l’errore medico ha cagionato danni e se i danni cagionati sono permanenti – oltre a determinare quando vi sia una buona probabilità di dimostrare il nesso eziologico.
Dimostrare il nesso causa effetto
Quello che si deve fare è dimostrare il nesso causa effetto, che rappresenta la connessione logica tra errore medico e danno del paziente.
Un caso emblematico è la richiesta di risarcimento danni per vaccinazioni, da richiedere solitamente allo Stato: le difficoltà sono tantissime, anche perché, ancora oggi, gli eventi avversi non vengono registrati correttamente dall’Aifa anche per un certo ostracismo della classe medica.
Come dimostrare di aver subito un danno per fare una richiesta di risarcimento (evitando passi falsi)?
Se hai anche solo un sospetto di aver subito un danno da errore medico o malasanità la prima mossa da fare è senz’altro quella di rivolgerti a un avvocato che ti darà tutti i suggerimenti giusti per iniziare a recuperare il materiale che serve per inoltrare la richiesta.
Ecco una lista di documenti ed informazioni da consegnare all’avvocato e avvertenze fondamentali per dare inizio ad una causa:
- La cartella clinica: da richiedere all’ospedale dopo le dimissioni.
- Segnalare eventuali problemi riscontrati durante la degenza alla struttura: disagi, dolori, fastidi insorti dopo un trattamento sanitario devono essere segnalati e messi possibilmente per iscritto.
- Fatture e gli scontrini: conservali per ogni visita ed esame in seguito a quello che potrebbe essere un errore medico o una carenza della struttura.
Una volta che grazie a queste informazioni il medico legale (interpellato dal tuo legale) ha appurato il nesso causa effetto, spetta ai legali adoperarsi affinché il paziente ottenga il risarcimento.
Chi citare e come farlo in tempo
Chi bisogna quindi citare in causa?
Dipende: ovviamente sarà l’avvocato a fornire i dettagli, solitamente si può procedere con la citazione del medico, che oggi può disporre di un’assicurazione personale, o si cita la struttura.
Per quanto riguarda il tempo a disposizione, prima che si verifichi la prescrizione del diritto abbiamo 10 anni nel caso si citi una struttura (ma attenzione, perché in alcuni casi potrebbero essere 5).
Chi paga il risarcimento?
Dall’entrata in vigore della Legge Balduzzi, ma soprattutto dopo la Legge Gelli del 2017, le cose in questo ambito sono decisamente cambiate.
Secondo quest’ultima legge, nei casi di responsabilità medica è obbligatorio porre in atto un tentativo preliminare di conciliazione.
Cosa s’intende? Che le parti coinvolte sono obbligate ad effettuare un tentativo di mediazione, pertanto la parte debitrice viene stimolata a proporre una offerta, che il danneggiato può scegliere di accettare o di rifiutare .
Si tratta quindi di una procedura di risarcimento che dovrebbe divenire, col tempo, molto simile a quella che è stata introdotta anni addietro in tema RC auto.
Ma tornando alla domanda iniziale, chi paga? Per farla breve e non addentrarsi troppo in tecnicismi, a risarcire il danno possono essere tanto il singolo medico, in caso di suo errore, quanto la struttura ospedaliera.
Infatti, se da una parte esiste un contratto di spedalità con la struttura ospedaliera presso la quale il professionista eroga le sue prestazioni, esiste altresì un contratto sociale tra medico e paziente. In questo caso i medici chiamati in causa possono solo dimostrare che il danno cagionato al paziente non sia imputabile a loro negligenza e dimostrare di aver seguito scrupolosamente le linee guida. Diversamente toccherà a loro risarcire il danno.
Quante possibilità ci sono di ottenere il risarcimento
E’ molto difficile quantificare una possibile percentuale di successo. Dipende da molti fattori: il tipo di danno subito, la capacità di produrre prove del danno, il contenuto delle sentenze già pronunciate in casi simili a quello in oggetto.
Infine, cosa non da poco, dipende anche dalle capacità dei legali e del medico legale, che dovranno dimostrare le connessioni tra danno e causa: un buon legale in genere studia le pratiche a disposizione e si rende subito conto di quale possa essere la possibilità di vittoria, e di questo abbiamo ancor più certezza per il fatto che le cause di questo tipo vengono pagate con una percentuale sull’eventuale vittoria. È dunque anche interesse dello studio legale ottenere il miglior risultato possibile.
Proprio per questo ti consiglio di avvicinare un avvocato esperto nella materia e di chiedergli per prima cosa una pre-analisi approfondita del Tuo caso, che sia in grado di dirti in breve tempo se sia o meno procedibile la tua possibile causa (e diffida invece da chi accetta “a scatola chiusa” qualunque causa).
Il mio studio offre precisamente questa formula e se ne vuoi usufruirne, ti basterà contattarci: avrai in breve tempo una risposta dal nostro team legale.