Incidente mortale: perché così pochi risarcimenti milionari alla “Law and Order”?
Il titolo è provocatorio, lo so.
In questo articolo vediamo come vengono quantificati i risarcimenti dovuti agli eredi di chi è scomparso a seguito di incidente mortale (alcuni concetti valgono anche per i casi di responsabilità medica) e per quale ragione a volte si sente parlare di risarcimenti milionari. Ma non accade molto spesso.
Chi ha diritto al risarcimento per danno parentale in caso di incidente mortale?
Come abbiamo già avuto modo di scrivere in passato su questo blog, il diritto al risarcimento danni per morte di un parente o congiunto è di norma dovuto a:
- coniuge
- convivente more uxorio
- figli e genitori
- fratelli e sorelle
- nonni e nipoti (ma servono prove precise sulla qualità del rapporto parentale)
- zii (ma solo in rari casi specifici)
Come si quantifica il danno parentale subìto dagli eredi di una persona deceduta a seguito di incidente mortale?
Va da sé che il risarcimento dovuto a ciascuno dei suddetti sia alquanto differente, nel suo ammontare finale, in base al rapporto affettivo esistente tra il de cuius (cioè colui che è defunto nell’incidente) ed il parente superstite. Ad esempio, i risarcimenti dovuti a coniuge e figli (per ciascuno di loro), secondo le tabelle di Milano, si attestano in media ad euro 163.990,00, con un tetto massimo di Euro 327.990,00 (cui si può pervenire solo adducendo precisi elementi probatori, anche forniti tramite presunzioni legali).
Il risarcimento dovuto, invece, ad esempio, ad un fratello, si attesta su importi assai più limitati, da 24.740,00 a 142.420,00 (quest’ultimo importo davvero difficilmente raggiungibile, solo – ad esempio – in caso di fratelli che abbiano convissuto tutta la vita).
Il risarcimento può diventare milionario, nel suo ammontare totale, cioè considerata la somma di tutti gli importi dovuti singolarmente a ciascun erede. Per esempio nel caso di una persona che abbia lasciato due figli, una moglie e due fratelli, la somma dei rispettivi danni parentali – sempre SE il Tuo avvocato abbia posto in essere un’ottima ed efficace trattativa – potrebbe tranquillamente superare il milione di euro.
Ma oltre a tale danno diretto da lesione di rapporto parentale, esistono ulteriori voci di danno, tra cui:
- danno biologico terminale, risarcito quando tra le lesioni e la morte sia trascorso un considerevole lasso di tempo (= la sofferenza del defunto si trasmette “in eredità” al congiunto);
- danno biologico subito direttamente dal congiunto, qualora abbia subito un effettivo danno alla salute (es: esaurimento nervoso) a causa della sofferenza sopportata per la morte del parente;
- danno emergente: il danno economico in sé, ad esempio le spese funerarie, ed ogni altra spesa derivata;
- Lucro cessante: cioè il tipo di danno di cui parleremo tra poco profusamente. Avviene nel caso in cui il superstite perda alcuni benefici economici futuri a causa della morte del parente nell’incidente stradale.
Il lucro cessante è il genere di danno capace di cambiare completamente le carte in tavola
Il lucro cessante è la tipologia di danno riconosciuta agli eredi/parenti che abbiano perso una o più utilità economica, che invece sarebbe rimasta ad arricchire il proprio patrimonio, qualora la morte nell’incidente stradale non si fosse verificata.
Ad esempio, nel caso in cui un figlio perda il padre che lo manteneva.
Si tratta di calcolare l’ipotetico reddito del defunto per tutta la sua restante vita, sottrarne la cosiddetta quota sibi (cioè il denaro che il defunto avrebbe usato per sè), per poi estrapolare l’importo che sarebbe stato destinato al mantenimento dell’erede/figlio/coniuge/parente in questione.
Chiaramente il calcolo subisce due ampie variabili:
- l’età del de cuius
- il reddito presumibile del de cuius in base al tipo di lavoro/curriculum di quest’ultimo.
Ecco un altro motivo per cui, in casi specifici, il Tuo avvocato potrà riuscire a concordare un risarcimento milionario.
Chiaramente, in caso di morte prematura di un manager quarantenne di alta qualifica, il risarcimento per figli e moglie dovrà considerare l’ipotetico reddito di tutti i mancati anni futuri, magari per un’ipotesi di sopravvivenza media di ulteriori quarant’anni (pensione compresa) e per un reddito annuale di alto profilo.
Diverso – ovviamente – il caso di morte di un settantacinquenne titolare di pensione sociale, che lasci una vedova e dei nipoti.
Le variabili sono numerose e spesso soggette a discrezionalità.
Discrezionalità che può essere esercitata nella ragionevole trattativa tra le parti (è questa la via maestra, che tento in tutte le maniere di percorre fino in fondo), oppure demandata al giudizio di un Tribunale (soluzione da provare ad evitare, considerate le note lunghissime tempistiche, oggi ancor più aggravate dalle norme processuali dovute all’emergenza Covid-19).
Come agire, subito
Sai già che ogni caso merita una valutazione specifica con l’ausilio di chi ha avuto molta esperienza sul campo.
Occorre verificare quali siano le voci di danno risarcibile per ogni singolo caso, quantificando le singole poste in base alle sentenze sino ad oggi emesse dalle Corti di Merito.
Non esitare a contattarci, noi possiamo aiutarti.