Skip to main content
Pubblicato il
Seguici su

Errore medico: cos’è e come ottenere giustizia

24 Ottobre 2019

Uno sguardo di insieme all’errore medico per capire: quando si profila, quando c’è responsabilità penale e quando c’è responsabilità civile. E soprattutto come si inoltra una richiesta di risarcimento danni e quanto tempo si ha prima che subentri la prescrizione.

I tipi di errore medico

Parliamo di errore medico quando un paziente viene ingiustamente danneggiato. L’errore medico può essere causato per errata diagnosi, mancata diagnosi o terapia errata e avviene, ovviamente, nel modo del tutto involontario.

Vediamo uno per uno i diversi tipi di errore medico:

  • Errata diagnosi: quando il medico sbaglia nell’effettuare la diagnosi al proprio paziente. L’errata diagnosi può consistere nella rilevazione di una patologia di cui in realtà il paziente non soffre, oppure quando non viene diagnosticata una patologia esistente, oppure nel caso in cui la diagnosi avvenga in ritardo.

  • Mancata diagnosi: quando il medico non riesce a diagnosticare una patologia. Per esempio se ci si reca in pronto soccorso per un dolore all’addome, un’appendicite non viene diagnosticata e il paziente va in peritonite e muore, ci si ritrova davanti ad un caso di mancata diagnosi.

  • Terapia errata: quando un dottore somministra una terapia che si rivela non esatta, anche in conseguenza di una errata diagnosi o in conseguenza a un errore materiale – come magari quando a un paziente viene somministrata la terapia del vicino di letto in ospedale.

  • Errore tecnico-operatorio: nel caso in cui la tecnica operatoria si sia rivelata non correttamente eseguita. Solitamente provoca lesioni permanenti e danno biologico (ad esempio: taglio di un nervo, lesione corda vocale, ecc…)

Oltre all’errore medico cagionato per questi motivi si può qualificare come fonte di responsabilità medico-sanitaria quella dovuta a carenze strutturali dell’ospedale all’interno del quale opera il medico. Tuttavia quest’ultimo, in tal caso, potrà poi eventualmente rivalersi sulla struttura stessa, qualora sia condannato a versare un risarcimento.

Quando si profila l’errore medico

L’errore medico diventa fatto illecito se viene riconosciuto il nesso causa-effetto che lo ha cagionato. Il paziente dovrà dunque sottoporsi a una visita medico-legale atta a quantificare il danno subito.

Si procede poi assieme a un legale di fiducia che dovrà, appunto, dimostrare il nesso causa-effetto del danno, e non sempre questo è semplice.

Un errore medico, quindi, non rende responsabile il medico in automatico, ma occorre una accurata istruttoria.

Responsabilità penale: assente se c’è ragionevole dubbio

Come abbiamo già visto, in caso  di denuncia penale del medico, poniamo caso per un omicidio colposo, riuscire a dimostrare il nesso tra causa ed effetto è fondamentale per ottenere la vittoria. Per asserire con assoluta certezza che si tratti di un caso imputabile a un errore medico il nesso tra causa ed effetto deve essere chiaro e non deve dare adito ad alcun dubbio.

Fa storia il caso di un paziente che presentava una patologia molto grave. Tale patologia non è stata diagnostica al tempo del ricovero in ospedale e il paziente è morto.

Ora, attribuire la causa del decesso al medico, che comunque non ha diagnosticato il male del paziente, è complicato se quella malattia viene considerata una patologia con esito letale e dalla quale il defunto non si sarebbe potuto salvare, nemmeno agendo fin da subito su di essa. In questo caso il medico viene assolto.

Invece, la responsabilità penale sussiste laddove venga provato un reale nesso tra causa ed effetto, quindi tra la condotta negligente o imprudente del medico e il danno cagionato al paziente, nesso evidente e chiaro e che non lascia adito a dubbi.

Per esempio basti pensare a una problematica non diagnosticata durante il parto e alla morte della mamma e del bambino, in questo caso se il medico fosse stato più accorto e prudente madre e figlio si sarebbero potute salvare.

Quando c’è responsabilità civile?

Per quanto riguarda l’aspetto civilistico, invece, ci troviamo davanti a due tipi di responsabilità:

  • Contrattuale: quando si disattende quanto sancito in un contratto.

  • Extracontrattuale: quando si commette un fatto illecito.

In caso di responsabilità contrattuale (la più consueta e diffusa) sarà il medico a dover dimostrare di aver fatto tutto l’umanamente possibile per evitare l’evento dannoso, altrimenti sarà condannato.

Poniamo caso che un intervento di appendicectomia non abbia un buon esito, o non abbia l’esito che ci si attende. In questo caso la mancanza del risultato fa presumere l’inadempimento del medico al contratto col paziente, a cui basta dimostrare che l’intervento era di facile esecuzione e che da questo, tuttavia, è derivato un peggioramento della situazione, per evidenziare la mancanza di diligenza e perizia del medico.

Quanto tempo si ha prima che il fatto vada in prescrizione

I termini temporali per agire devono essere attentamente rispettati, pena la prescrizione dell’illecito:

  • Se si ravvisa una responsabilità di tipo contrattuale, il termine massimo per la caduta in prescrizione del fatto è di 10 anni

  • Se ci si trova nell’ipotesi di una responsabilità extracontrattuale, il termine massimo per presentare richiesta di risarcimento è di 5 anni.

La prima cosa cosa da fare se si vuole un risarcimento danni

Dopo aver preso in esame quello che è l’errore medico, ovviamente ci serve capire come ci si può muovere in caso di lesioni colpose o decesso ascrivibili a una delle situazioni esaminate.

Come si deve quindi comportare chi ritiene o sospetta di essere vittima di un tale caso?

La prima cosa da fare è quella di conservare tutte le ricevute di eventuali visite e i referti. Meglio ancora se si hanno referti precedenti attestanti le condizioni di salute inerenti al periodo precedente al danno subito.

Un esempio: se si riporta una lesione a un arto in seguito a un errato intervento, dimostrare che in precedenza l’arto era perfettamente funzionante è di certo un punto a vantaggio del danneggiato. La consulenza di un legale in queste situazioni diventa non solo utile, ma indispensabile a seconda di quanto sia complicato dimostrare il nesso di causa effetto del danneggiato.

Il supporto legale

Per ottenere un risarcimento quindi ci si deve sottoporre a un esame clinico effettuato da un medico legale super partes che dovrà verificare la presenza del danno e la sua entità. Una volta refertato il danno ci si deve attenere alle tabelle del risarcimento, per quanto riguarda il danno biologico: attualmente le più utilizzate sono quelle de Tribunale di Milano.  Queste tabelle servono per quantificare il danno attribuendo a ciascun punto di invalidità permanente una quantità in denaro. Chiaramente il risarcimento potrà riguardare non solo il danno biologico, ma anche quello morale e patrimoniale a seconda dei casi.

Insomma, come ti sarà ormai chiaro, per avere giustizia e quindi ottenere un giusto risarcimento, ti saranno di fondamentale aiuto il consiglio ed il supporto di un avvocato provvisto di esperienza in questo specifico campo,. Soprattutto se si tiene conto anche del fatto che, fra l’altro, nella maggior parte dei casi la giurisprudenza si attiene alle casistiche già esaminate in precedenti sentenze.