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Malpractice medica, tutti i dati statistici

20 Novembre 2017

Che i casi di malpractice medica esistano è un dato oggettivo, ma quanti sono? Viene da domandarselo dato che sempre più di frequente – basta aprire un giornale o accendere la TV – ci si imbatte in un caso di malasanità. La realtà dei fatti, quindi, è che questi episodi sono in aumento, lo dimostrano i dati. Ci sono diverse raccolte di dati, quella dell’Ania (Associazione nazionale delle imprese assicuratrici), per esempio, ci fornisce dei dati davvero molto interessanti.

Malpractice medica, i casi sono in aumento

Secondo l’Ania dal 1996 al 2006 c’è stato un vero e proprio boom di denunce per casi di malpractice medica. Nel 1996, infatti, i casi segnalati erano stati 17 mila, passati a ben 28 mila nel 2006. Se questo non dovesse essere sufficiente per capire la portata del fenomeno, possiamo andare ad esaminare anche i dati raccolti in una relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori in campo sanitario che è stata presentata a Roma alla Camera dei Deputati.

Ebbene, secondo quest’inchiesta, dal 2009 al 2012 le denunce per casi di malasanità sarebbero state ben 570, di queste 400 erano inerenti al decesso del paziente, le cause invece sono dovute a errori del personale medico e sanitario o per carenze o disfunzioni strutturali dell’ospedale. Secondo il SIMES, il Sistema Informativo per il Monitoraggio degli Errori in Sanità, dal 2005 al 2012 i casi di malasanità sarebbero quasi 2000, e questi dati sono stati confermati anche dal Ministero della Salute.

Da un rapido confronto con i casi di malasanità a livello europeo, quindi, emerge che l’Italia ha un numero di decessi abbastanza in linea con la media europea, ma che molti di questi si potevano evitare.

Quali sono le cause degli episodi di malasanità

Tra le cause principali che sono state rilevate troviamo gli interventi errati, errori nella somministrazione dei farmaci, ma anche diagnosi mancate. Ma non solo, non tutte le colpe possono essere imputabili ad errore medico, anzi, a dire la verità non sono preponderanti tra i casi di malpractice. Se ci soffermiamo ad analizzare solamente i casi di decesso, scopriamo che l’errore medico è stato rilevato in 261 casi, mentre in 139 casi la colpa del decesso è imputabile a carenze strutturali o a una scarsa efficienza delle stesse. Certo, dal punto di vista del paziente o dei suoi familiari poco cambia quando il risultato è un danno o il decesso.

Tuttavia si tende a spiegare questo aumento dei casi (fonte Ania) con una maggior presa di conoscenza dei propri diritti da parte dei cittadini. Questa presa di coscienza, sembra, li renderebbe più predisposti alla conflittualità, come dire che il paziente è sempre pronto a cogliere il medico in fallo. Eppure, a guardare un periodo di tempo molto ampio, parliamo degli ultimi 25 anni, le denunce per malasanità sono aumentate del 300%, e attenzione, perché denunciare non significa avere la ragione. Purtroppo per vedersi riconosciuto il danno occorre tempo e non sempre, tra l’altro, si arriva al risultato sperato.

Risarcimento dei danni per errore medico o inefficienza strutturale

A stabilire se si è in presenza o meno di un errore medico è sempre un altro medico che fa una perizia sul danneggiato. A chi richiede il risarcimento  danni serve quindi prima di tutto un bravo avvocato specializzato in questo ambito legale, in seconda istanza un medico legale di parte che a sua volta faccia una perizia e stili una relazione.

Ancora oggi, nonostante le modifiche della legge Gelli, è difficile ottenere un risarcimento del danno, basti pensare che si arriva al risarcimento richiesto solo nel 6% dei casi.

Questa cifra però non deve trarre in inganno perché non significa che tutte le altre cause vadano perse, per esempio, nel 25% dei casi non si arriva nemmeno in fase giudiziaria perché si accetta l’offerta dell’assicurazione, sappiamo bene che in seguito alle modifiche di legge è necessario fare un tentativo di mediazione, ma che se la cifra offerta non soddisfa si può rifiutare la proposta.

Quali sono le regioni con più casi di malasanità

Sempre secondo i dati ufficiali, la regione più virtuosa sembra essere la Valle d’Aosta, con 0 casi di malpractise e zero decessi. Ad avere la maglia nera, invece, sono Sicilia e Calabria, rispettivamente con 117 casi e 84 decessi, e 107 casi e 87 decessi. Al sud va abbastanza bene la Sardegna, con 2 casi e 2 decessi. In Emilia Romagna si segnalano invece 36 casi e 28 decessi, e nel Lazio 63 casi e 22 decessi. Al nord est ottime performance per il Trentino con 1 caso e 1 decesso.

Ovviamente si deve considerare il fatto che in regioni come la Lombardia (34 casi e 13 decessi) o il Veneto (29 casi e 16 decessi), le strutture ospedaliere sono in numero assolutamente maggiore rispetto alle realtà di regioni come il Molise (2 casi e 1 decesso).

Resta comunque il fatto che i casi di malasanità sono cresciuti e ancora non si possiedono i dati a partire dal 2013 in poi, il Simpas (sistema informativo ministeriale sulle polizze assicurative) ha tuttavia avviato un nuovo sistema di raccolta dati che potrà evidenziare –  e aiutare a risolvere – eventuali criticità.