Incarico all’avvocato: empatia e fiducia sono fondamentali
Incarico all’avvocato: fondato sulla fiducia
A dirlo è l’art. 35 del Codice Deontologico Forense: “Il rapporto con la parte assistita è fondato sulla fiducia”. La prima cosa che devi fare è andare a parlare con un legale. Ci devi andare di persona e devi sentirti a tuo agio fin da subito. Devi sentirti libero di raccontargli il tuo caso, fin nei dettagli, in modo che possa valutare quante probabilità di vittoria ci siano. Nessun velo, nemmeno in quelle situazioni delicate, come per esempio può essere un caso di malasanità.
Per esempio, ci sono diversi casi di malpractice medica legata agli interventi estetici. Per una donna, in particolare, può essere particolarmente difficile parlare di certe circostanze. Certamente spetta all’avvocato riuscire a mettere a proprio agio il cliente, ma non è solo questa la cosa da valutare.
Competenza e fiducia
Molto importante è verificare le reali competenze del professionista.
Quella che può sembrare una banalità in molte situazione non lo è affatto. Quante volte ci è capitato di sentirci consigliare un avvocato perché “molto noto” o perché “con lui mi sono trovato bene”? Purtroppo però non tutte le cause legali sono uguali e se necessiti di una difesa in un processo penale, scegliere il professionista sbagliato può rivelarsi fatale. Assicurati quindi non tanto che l’avvocato sia bravo (per sentito dire) o molto noto ma che sia davvero competente nel ramo del diritto che a te interessa.
Ugualmente importante è trovare un professionista che ci sappia ascoltare e di cui fidarsi.
Una volta un cliente che è venuto da noi, proprio in una causa penale, era stato letteralmente abbandonato dal suo legale in quanto questi aveva dichiarato che era venuto meno il rapporto di fiducia. Non stiamo qui a raccontare i dettagli, tuttavia diciamo, per far capire meglio l’episodio, che tra avvocato e cliente era venuto a mancare quel rapporto fondamentale sul quale si basa il contratto tra le due parti.
Una volta che hai individuato il professionista che ti sembra valido per la tua situazione, esponigli con molta serenità i fatti. Il tuo racconto deve essere il più preciso possibile, in modo che l’avvocato possa dirti se ci sono speranze di vittoria o meno.
Il primo incontro con l’avvocato è fondamentale
Non ti stiamo dicendo che se il primo incontro non dovesse rasserenarti devi cambiare avvocato, tuttavia, se dopo un paio di incontri dovessi sentirti a disagio o non perfettamente in sintonia col tuo legale, forse faresti bene a rifletterci un attimo. Il primo colloquio è importantissimo, sia perché puoi farti un’idea generale di quella che è la disponibilità del professionista, sia per quanto riguarda le sue competenze.
Il primo colloquio può essere a pagamento o meno, questo devi chiarirlo da subito col legale, ma non dovresti basare la tua scelta solo valutando la spesa, anche se è comprensibile che ci si debba pensare Molti professionisti prestano il loro servizio con formule particolarmente convenienti, quindi ormai chiunque può chiedere un supporto legale o una consulenza.
Se conferisci il mandato all’avvocato
Se decidi di affidare l’incarico a un determinato professionista questi dovrà darti alcune informazioni importanti, così come sancito dall’art. 40 del Codice Deontologico forense: “L’avvocato è tenuto ad informare chiaramente il proprio assistito all’atto dell’incarico delle caratteristiche e dell’importanza della controversia o delle attività da espletare, precisando le iniziative e le ipotesi di soluzione possibili. L’avvocato è tenuto altresì ad informare il proprio assistito sullo svolgimento del mandato affidatogli, quando lo reputi opportuno e ogni qualvolta l’assistito ne faccia richiesta.”
L’avvocato al quale viene conferito l’incarico, secondo gli articoli 1176, secondo comma e 2236 del codice civile, ha l’obbligo di diligenza, ovvero, deve sia all’atto del conferimento dell’incarico, sia durante il suo svolgimento, informare, dissuadere o sollecitare il suo cliente a seconda delle necessità che si manifestano. Ovviamente le scelte che l’avvocato reputa opportune non possono comunque mai essere imposte al cliente. L’avvocato deve agire sempre e unicamente nell’interesse del cliente.
Quando può essere revocato un mandato?
Come qualsiasi altro tipo di contratto, anche quello tra cliente e avvocato si può rescindere. La mancanza di fiducia è tra i motivi più gravi. Il cliente dovrebbe comunicare nel più breve tempo possibile le motivazioni della revoca, così come dovrebbe farlo nel modo più sincero possibile. Come abbiamo visto l’empatia tra cliente e avvocato è fondamentale, ma devi essere obiettivo però e non revocare il mandato solo perché l’avvocato ti ha sconsigliato una determinata azione che invece tu vuoi intraprendere.
Ovviamente non si può cambiare avvocato per evitare di pagare il suo onorario. Ci si informa prima delle eventuali parcelle, in modo da non avere brutte sorprese. Tuttavia, se l’entità delle parcelle dovesse essere spropositata ci si può rivolgere direttamente all’Ordine.
Chiaramente anche l’avvocato può rinunciare all’incarico, così come recita l’art. 14/1 LPF, “L’avvocato ha piena libertà di accettare o meno ogni incarico. Il mandato professionale si perfeziona con l’accettazione. L’avvocato ha inoltre sempre la facoltà di recedere dal mandato, con le cautele necessarie per evitare pregiudizi al cliente.”
Se l’avvocato rinuncia all’incarico, secondo quanto stabilito dall’art. 47 del Codice Deontologico Forense, è tenuto a fornire al cliente e all’avvocato che gli subentra, tutte le informazioni necessarie affinché il caso segua il suo iter.
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